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Breve aggiornamento sull'andamento dei raggi cosmici (dal 2015 a giugno 2018)

L'ultimo report sull'intensità dei raggi cosmici mostrava una tendenza negativa dell'ultimo anno, con una fase di ripresa negli ultimissimi mesi, per vederci più chiaro è stata fata un'analisi su un periodo di tempo più lungo.

Iniziamo a vedere l'andamento dei dati del rivelatore AMD5 (postazione di Venegono) da aprile 2015 a giugno 2018.

 


ADA AMD5 (detector "2") linea di tendenza.

 

Si può notare l'andamento oscillante dei dati (puntini rossi) che è dovuto alla variazione dei parametri atmosferici (prevalente) sovrapposti a quelli dell'attività solare. La linea di tendenza (blue) indica che in media il flusso dei cosmici dal 2015 al 2018 è in aumento.

 


ADA AMD5 (detector "2") medie mensili.

 

Si nota anche una forte diminuzione (picco negativo) nel periodo agosto-settembre del 2017, questo è dovuto alla calda estate di quell'anno, in concomitanza con un risveglio dell'attività solare di settembre dello stesso anno.

 


Il Sole di settembre 2017 (NASA)

 

La generale fase di risveglio del sole nei mesi estivi e i solar flares di settembre hanno provocato un abbassamento del flusso dei raggi cosmici, tale da portare la tendenza media in negativo nel periodo 2016-2017.

 


ADA AMD5 (detector "2") linea della media mobile.

 

In sostanza dal 2015 al 2018 il flusso è aumentato di quasi il 7% (si noti anche la flessione 2016-2017), ma questa non è una sorpresa, la modulazione del flusso delle particelle cosmiche dovuta all'attività del Sole è ben conosciuta. Dal 2014 il Sole ha iniziato la sua discesa verso il periodo "tranquillo" e di conseguenza le astroparticelle sono aumentate.

 


L'ultimo ciclo solare 24 (in blu) in relazione al flusso dei raggi cosmici misurato dal rivelatore dello JUNG (NMDB).

 

C'è qualcosa in più però, attualmente nello spazio si osservano particelle di energia relativamente bassa in costante aumento, le cui cause non sono del tutto molto chiare, un argomento che approfondiremo in un' apposita pagina.

Per finire se si osservano i dati su scala più ampia (secolare), la tendenza dei raggi cosmici rimane in diminuzione e questo conferma che il Sole nell'ultimo secolo è stato, ed è molto attivo, questo è un parametro tenuto in considerazione negli studi di cosmoclimatologia, ovvero l'influenza sul clima della Terra causata da origini cosmiche.

 


Rivelatore di neutroni dello JUNG (NMDB) linea di tendenza dal 1951.

 

La flessione osservata su scala decennale, pertanto può essere indice dei vari cicli secolari di normale "funzionamento" del Sole.

Perchè dobbiamo preoccuparci dell'aumento dei raggi cosmici?
Anche se a terra siamo abbastanza protetti dall'atmosfera e dal campo magnetico, alcuni studi di medicina stanno mettendo in risalto l'influenza delle particelle subatomiche sulla vita umana, dai disturbi comuni ai decessi improvvisi. Gli indizi indicano che il ciclo di attività dei raggi cosmici ricalca in modo inquietante l'andamento di frequenza e intensità di molte malattie.

M.A.

I dati dello JUNG sono stati forniti da: NMDB database (www.nmdb.eu), founded under the European Union's | FP7 programme (contract no. 213007) | Jungfraujoch neutron monitor data were kindly provided by the Physikalisches Institut, University of Bern, Switzerland.

I dati di AMD5 sono stati forniti da: ADA - Astroparticle Detectors Array

 

 

 

 


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Fonte: Astrobites





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