Introduzione
Il rivelatore AMD11 è nato nel 2018 come alternativa al più noto AMD5 che usa GMT di dimensioni inferiori. AMD11 è infatti un rivelatore di muoni funzionante con 2 tubi Geiger-Müller tipo SI22G. Questo strumento segue le caratteristiche del primo prototipo AMD6, il quale utilizzava dei GMT SBM19. AMD11 rispetto a quest'ultimo utilizza comunque una finestra di coincidenza molto ristretta che permette una misura più accurata dei soli muoni.
Descrizione
Il rivelatore è stato ospitato per circa due anni dal Centro dell’Aeronautica Militare di Montagna (CAMM) di Sestola, sul Monte Cimone a 2100 metri di quota (vedi newsletter 17) e i dati raccolti sono ancora in fase di analisi.
Caratteristiche:
AMD10, utilizzando sensori di maggiori dimensioni rispetto ad AMD5, è adatto per misure particolari o 'in diminuzione' (e.g. nel sottosuolo).
Tecnica:
Il detector è dotato di alcuni switch per la selezione di particolari impostazioni, come la disattivazione della coincidenza per fare misure di radioattività o dosimetria.
AMD11 in funzione
Essendo equipaggiato con registratore di dati, il rivelatore AMD11 è utilizzabile anche per attività outdoor, oppure in situazioni dove non è disponibile un computer per la registrazione dei dati.
Statistica del primissimo test
Nel grafico seguente viene riportata la statistica del primo test, con la finestra di acquisizione più fine.
Un Pulsar… Ma Che Ne Appaiono Tre? 13.12.2025
Un miraggio nei Cieli Gamma. Astronomi e astrofisici si sono posti una domanda intrigante: perché alcune mappe del cielo gamma mostrano più sorgenti luminose vicino a un pulsar, anche se non ci sono stelle reali in quei punti? Secondo un nuovo studio, la risposta potrebbe essere un’illusione ottica cosmica. I raggi cosmici, sotto forma di elettroni ultra-energetici lanciati da un pulsar, viaggiano lungo i campi magnetici turbolenti della Via Lattea. Quando questi campi sono allineati con la nostra linea di vista, possono proiettare emissioni gamma in più punti del cielo, creando quello che gli scienziati chiamano “mirage halos”: aloni luminosi che sembrano sorgere lontano dalla vera fonte. In altre parole, un singolo pulsar può apparire come tre diversi oggetti gamma solo grazie alla geometria dei campi magnetici e all’effetto di proiezione. Simulazioni dettagliate mostrano come gli elettroni traccino percorsi filamentosi dando origine a bracci e punti luminosi che ingannano gli osservatori. Per distinguere questi miraggi dalle vere sorgenti, gli astronomi confronteranno i dati gamma con osservazioni a raggi X, che rispondono in modo diverso alla direzione del campo magnetico. Questo lavoro ci ricorda che la struttura magnetica della Galassia può modellare ciò che vediamo nel cielo ad alte energie — e che ciò che sembra “molto” in realtà potrebbe essere solo un trucco prospettico...

Fonte: Astrobites
Il libro AstroParticelle
26.09.2013 - Un viaggio scientifico tra i raggi cosmici raccontato attraverso la storia, le invenzioni i rivelatori e gli osservatori; senza trascurare gli effetti che essi producono coinvolgendo numerose discipline scientifiche tra cui astrofisica, geofisica e paleontologia.
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